sabato 27 febbraio 2010

Il risveglio delle tartarughe

Stamani mattina appena svegliato ho guardato dalla finestra: sole .... bello ....
Alle 10.30 sono andato in giardino e ho avuto una bellissima sorpresa:
una delle tartarughe si e'svegliata dal letargo.
Le aguro un buon risveglio e una bellissima stagione .

venerdì 26 febbraio 2010

Si comincia da soli ....

09.200

Sono passati 4 anni dal mio arrivo in Romania: con Raffaello non lavoravo piu’, avevo imparato la lingua, conoscevo tantissime persone, soprattotto quelle legate al mio lavoro: al Ministero dell Agricoltura, alla Facolta di Agraria a Bucarest, produttori di cereali, societa’ di trasporti, stoccaggio e carico delle navi in Porto. Ero pronto per fare la mia prima esportazione di girasole.
Avevo 25 anni e per la prima volta ero solo e tutte le operazioni dipendevano esclusivamente da me.
Alloroa via ….. Si parte …. Cominciamo a comprare mi dissero le societa’ italiane per cui compravo il girasole …. Avevo paura … oggi mi rendo conto della mia incoscienza … non mi rendevo conto di quello che stavo facendo: dei rischi del volume di affari e delle difficolta’ che avrei incontrato.


Tre mesi prima avevo organization tutto ….

Quel giorno attivarono 20 camion di gorasole in porto … ero emozionatissimo una fila lunghissima e tutti si rivolgevano a me I camionisti, I produttori di girasile che erano venuti a controllare, gli operatori in porto …. I camion arrivavano, si peasant carichi, poi scarichi , si facevano le analisi alla merce si scaricavano in un booncher e con le gru la merce venial caricata e stoccata in chiatte da 500 tonnellate ….. Tutto il porto si stava muovendo … non ci credevo ancora … Ero stato la causa di tutto …. Quella macchina l ‘avevo messa in moto io …..



Ok …. Pero c’ e’ bisogno di comprare di piu’ la seconda sera avevo in porto una fila di 40 camion che arrivavano da diverse zone della Romania : Braila, Bucarest, Costanza , Craiova, Galati, Tulcea, Calaras .…

E' arrivata la nave

15.09.2000

Dopo due settimane avevo tutta la quantita’ necessaria 2200 tonnellate di girasole …. Arriva la nave, gigantesca 114 m, 4 stive immense. Non c’era posto sulla banchina per caricare la nave. Allora si decide di caricarla in mezzo al Danubio.
Con la scialuppa montai incsieme ai doganieri per fare l’ispezione delle stive e per parlare col capitano …



Tutto Ok, alloara chiamo gli operatori e dal porto parte un rimorchiatore con una gru galleggiante che viene posizionata sul lato destro della nave, poi un secondo che posiziona un altra gru sul lato sinisto, poi torna indietro e porta 2 chiatte col girasole che vengono posizionate ai fianchi delle gru…
Comincia il carico: Uno spettacolo … una emozione e una soddisfazione immensa, ero stato io … si muoveva tutto …. Le gru trasferiscono la merce sulla nave .… A disposizione 48 ore si lavora giorno e notte ininterrottamente …..




La nave e’ carica ….. Si chiudono le stive, sigilli, i documenti sono pronti …..
E’ partita dopo circa una settimana di navigazione, da Braila arrivera a Livorno.

Ancora oggi non riesco a realize ... queste cose le ho fatte io ….. Ho caricato navi in Romania … un paese cosi difficile per un ragazzo di 25 anni che ha realizzato un sogno fino a quel momento incredible …


martedì 23 febbraio 2010

Obama fa il discorso



Il mio cipresso

All eta’ di 6 anni quando ero a scuola, il comune decise di dare un alberino ad ogni bambino per educarlo al rispetto dell’ ambiente e per far capire quanto siano importanti gli alberi per la vata del nostro pianeta.



Cosi mi presi il mio abetino, lo portai a casa e lo piantai in giardino




Dopi 29 anni e’ diventato un albero bellissimo che ha resistito tutto questo tempo ella calde estati ed ai freddi inverni. Una pianta possente che si impone su tutte le altre nel mio giardino



Ha osservato in silenzio tutto quello che e’ successo intorno a lui .
E’ un amico vero, non dira maia a nessuno quello che e’ successo, ha fatto ombra nelle giornate di sole e ci ha riparati dall’ acqua nelle gionate piovose, ha ospitato uccellini che hanno costruito il loro nido tra i suoi possenti e fitti rami .




Ha visto nascere mio nipote Simone, che ogni giono viene e gioca sotto di lui



Anche oggi lo gardo dalla finesra della mia camera.
lo saluto, ho deciso: voglio mettergli un nome.
Lo chiamero' Nanni.
Il nome che i miei genitori volevano dare a me quando sono nato.

sabato 20 febbraio 2010

La moto piu' ecologica del mondo

Anno 2010 siamo finalmente riusciti ad inventare la moto ecologica che non inquina e produce concime nauirale buonissimo per l' ambiente

giovedì 18 febbraio 2010

Missioe nel Desrto del Sahara

dicembre 1994

Il mio babbo, Alberto Barsacchi organizza un volo charter per portare aiuti alla Popolazione Sarawi che vive nelle tendopoli nel Deserto del Sahara. Cosi con un gruppo di volontarri partimmo per 4 giorno per compiere la missione:

Obbiettivi:

1. Portare un carico di generi alimentari
2. Riparare un generatore di corente
3. montare un panello solare ed un apparao per fare l analsi del sangue

Il Sahara Occidentale è un territorio di circa 266000 Kmq che si affaccia sull’Atlantico per un migliaio di chilometri, confina con il Marocco, l’Algeria e la Mauritania. E' in gran parte desertico, ma ricchissimo di risorse minerarie (soprattutto fosfati).

Le coste sono pescosissime. I suoi confini sono convenzionali, poiché seguono in parte l'andamento dei paralleli e dei meridiani, tracciati dalle diplomazie europee in seguito alle decisioni della Conferenza di Berlino del 1884/85.

Per molto tempo le popolazioni che nomadizzavano nel territorio ignorarono questi confini artificiali ma, a partire dagli inizi di questo secolo, sono diventati oggetto di un'attenta sorveglianza da parte della polizia coloniale. Le frontiere divennero allora ben reali per quelle popolazioni ma ancora oggi, sono oggetto di contenzioso, per le particolare vicende legate alla decolonizzazione della regione. La popolazione appartiene al complesso delle tribù Saharawi.

Organizzate da secoli in modo autonomo, con forme proprie di lingua, cultura e organizzazione sociale, nomadi fino a tempi recenti. Prima dell'arrivo degli spagnoli le tribù erano numerose, 40 secondo la tradizione riunite in una confederazione.
Verso la fine del periodo coloniale, il popolo Saharawi appariva già largamente sedentarizzato e urbanizzato, ma sempre attaccato alle proprie tradizioni.
L’origine delle tribù Saharawi si può ricondurre all’immigrazione degli arabi Maquil, provenienti dallo Yemen.

Un lento processo di fusioni ha dato origine alle tribù di cui ancora oggi i Saharawi conservano la memoria e a cui fanno risalire la propria origine. L'arabizzazione, molto intensa in alcune tribù, ha lasciato una traccia profonda nella lingua hassaniya, comune a tutte, molto vicina all’arabo classico.

La religione è l'Islam sunnita, come nella maggior parte del Maghreb. L'organizzazione sociale era basata su un consiglio (Consiglio dei quaranta)che riuniva periodicamente i capi delle tribù per prendere collegialmente decisioni che riguardavano gli interessi della comunità. Tale struttura ugualitaria è stata spesso indicata come riferimento tradizionale della democrazia Saharawi.

La Spagna ra apparsa sulla costa atlantica del Sahara alla fine del ‘400, prima che la conquista dell'America spostasse 1'interesse delle potenze europee verso questo continente.
La conferenza di Berlino nel 1885 riconobbe la sovranità spagnola sul Rio de Oro, ma gli spagnoli cominciarono ad occuparsi del Sahara Occidentale solo agli inizi del nostro secolo, sollecitati dall’avanzata francese in Algeria, Mauritania e in Marocco. Solo con le convenzioni di Parigi del 1900 e 1904 e di Madrid del 19 12 si arrivò alla definitiva delimitazione dei confini del possedimento spagnolo.

In assenza di autorità spagnole, erano i francesi che
si incaricavano di far rispettare i confini. Nel 1934 l’amministrazione spagnola attribuì alla popolazione uno stato civile e un documento di identità con I’introduzione di un visto obbligatorio per la transumanza in territori francesi. Si consolida così nel tempo l’autoidentificazione della popolazione autoctona ed il sentimento dell’appartenenza territoriale al “Sahara spagnolo”, che termina con i confini al di là dei quali occorre il " visto".
Contemporaneamente inizia la formazione di una resistenza Saharawi contro lo sfruttamento e i soprusi coloniali.
Dopo la seconda guerra mondiale, la resistenza Saharawi guarda con speranza in direzione del Marocco che sta rivendicando l'indipendenza. Tra il 1956 e il 1958, molti Saharawi si arruolano nell’Armée de la Liberation che opera nel sud marocchino.
La Francia decide di lanciare un'operazione di pulizia nel deserto per contrastare le rivendicazioni marocchine: coinvolge anche i comandi spagnoli del Sahara Occidentale e riescono per il momento a soffocare le rivendicazioni marocchine e a porre sotto controllo la resistenza Saharawi.

martedì 16 febbraio 2010

Yasser Arafat e il mio babbino Alberto Barsacchi

« Chi combatte per la libertà non può essere chiamato terrorista »
(Yāsser ʿArafāt)

Yasser ʿArafāt nel 1999.
Nobel per la pace 1994
Yāsser ʿArafāt (pronuncia: Yāsir ʿArafāt; in arabo: ياسر عرفات‎; Il Cairo, 24 agosto 1929 – Clamart, 11 novembre 2004) è stato un politico palestinese.
Il suo nome era Muḥammad ʿAbd al-Raḥmān ʿAbd al-Raʾūf al-Qudwa al-Ḥusaynī (in arabo: محمد عبد الرحمن عبد الرؤوف القدوة الحسيني‎), ma è noto anche con lo pseudonimo di Abū ʿAmmār (arabo: ابو عمّار‎), ed è stato un combattente, figura di spicco del panorama politico mondiale.
Nel 1956, a una conferenza a Praga, Yāsser ʿArafāt portò la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese (a scacchi neri o rossi) che divenne di fatto una sorta di suo emblema.
Nel 1994 gli venne conferito - unitamente ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin - il Premio Nobel per la pace per l'opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei Territori Occupati (che Israele considera come contesi) di Cisgiordania e della Striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto ad uno Stato proprio.
Dal 1996 sino alla morte, ha ricoperto la carica di presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In precedenza era stato a capo di al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), confluita successivamente nell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
La discussa figura di ʿArafāt ha finito con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese.
Personaggio complesso e controverso, uomo d'azione ma anche prudente diplomatico, Yāsser ʿArafāt è stato negli ultimi anni della sua vita, spesso accusato - e in special modo dopo il fallimento del Summit di Camp David del 2000 con l'allora Premier israeliano Ehud Barak, e soprattutto dopo lo scoppio della seconda intifada -, di non volere la pace, aver sostenuto gli atti di terrorismo contro i civili israeliani e non aver fatto nulla per contrastarli, non più in grado di porsi come interlocutore serio.
Mentre, allo stesso tempo, da parte del mondo arabo, è stato sempre riconosciuto e considerato come figura unica e carismatica, personaggio indispensabile all'interno dell'intricato universo di movimenti politici palestinesi, al fine della conclusione del processo di pace e dell'annosa crisi mediorientale.


Nascita e primi anni [modifica]
Primo di sette fratelli, figlio di un mercante, ʿArafāt era salito nel 1969 alla guida dell'OLP (fino ad allora guidata da Ahmad Shuqayrī), diventando capo di al-Fatḥ, l'ala oltranzista e maggiore fazione interna all'OLP.
La data ed il luogo della sua nascita sono sempre rimasti assai controversi. Il suo certificato di nascita, depositato all'università del Cairo, afferma che Yāsser ʿArafāt è nato al Cairo (Egitto) il 24 agosto 1929. Altre fonti sostengono che invece sia nato a Gerusalemme il 4 agosto 1929. È però interessante notare che nella sua biografia "ufficiale", Alan Hart, confermi il fatto che il capo dell'Autorità Nazionale Palestinese sia nato al Cairo. Il suo nome completo alla nascita, tuttavia, risulta come Muḥammad ʿAbd al-Raḥmān ʿAbd al-Raʾūf ʿArafāt al-Qudwa al-Ḥusaynī.
Come sostenuto da Said K. Aburish, biografo arabo, nel libro Arafat: Da difensore a dittatore (Bloomsbury Publishing, 1988, pag. 7):
"Muhammad ˁAbd al-Rahmān è il primo nome; ʿAbd al-Raʾūf il nome di suo padre; ʿArafāt quello di suo nonno; al-Qudwa è il nome di famiglia, e al-Ḥusaynī è il nome della tribù a cui gli al-Qudwa appartengono". Inoltre, "l'affermazione che ʿArafāt sia collegato al clan al-Ḥusaynī di Gerusalemme attraverso sua madre (una ʿAbd al-Saʿūd) sarebbe falsa in quanto l'appartenenza alla tribù al-Ḥusaynī gli verrebbe casomai dal lato paterno".
Secondo Aburish, ʿArafāt non ha alcuna relazione con i notabili al-Ḥusaynī di Gerusalemme (ivi, p. 9). Spiega infatti il biografo: "Il giovane ʿArafāt cerca di avvalorare le sue credenziali palestinesi per sostenere le sue rivendicazioni sulla leadership ... e non può ammettere alcun fatto che possa minare la sua pretesa identità palestinese ... ʿArafāt intende perpetuare la leggenda della sua nascita a Gerusalemme e del suo collegamento con la famiglia al-Ḥusaynī della città".
La gioventù [modifica]
ʿArafāt ha trascorso la maggior parte della sua giovinezza al Cairo, fatta eccezione per quattro anni (dopo la morte della madre, avvenuta in data imprecisata quando aveva tra cinque e nove anni) quando ha vissuto presso uno zio a Gerusalemme. Mentre studia all'università del Cairo - dove consegue la laurea in ingegneria civile - aderisce alla Fratellanza Musulmana e all'Unione degli Studenti Palestinesi, della quale diviene presidente dal 1952 al 1956.
Mentre è al Cairo sviluppa una stretta relazione con suo zio il Ḥājjī Amīn al-Ḥusaynī , che era stato Muftī di Gerusalemme. Nel 1956 presta servizio nell'esercito egiziano durante la crisi di Suez.
Leader dell'OLP [modifica]
Al Congresso Nazionale Palestinese tenutosi al Cairo il 3 febbraio 1969, diviene leader dell' OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina).
In realtà, l'impegno politico di ʿArafāt ha radici più antiche e risalgono a quando, spostatosi in Kuwait per lavorare come ingegnere, collabora a fondare al-Fatḥ, organizzazione che ha come obiettivo la creazione di uno Stato palestinese indipendente.
Nascita di al-Fatḥ e crisi vicino-orientale [modifica]
Nel 1963 al-Fatḥ, appoggiata dalla Siria, programma la sua prima azione militare, il sabotaggio di un impianto idrico israeliano. L'azione avviene nel dicembre del 1964 ma si rivela un fallimento. Comunque, dopo la Guerra dei sei giorni, nel 1967, quando Israele sposta la sua attenzione dagli Stati arabi alle varie organizzazioni palestinesi, una di queste è - appunto - al-Fatḥ.
Nel 1968 l'organizzazione palestinese è il principale obiettivo dell'attacco israeliano al villaggio giordano di Karame, azione nella quale muoiono centocinquanta guerriglieri palestinesi e ventinove soldati israeliani sono uccisi, in buona parte dalle forze regolari giordane. Malgrado le forti perdite, la battaglia è considerata una vittoria per al-Fatḥ (esultante per il ritiro degli israeliani) e contribuisce ad aumentare il prestigio di ˁArafāt e di al-Fatḥ stessa.
Nel 1969 ʿArafāt diviene, quindi, portavoce dell'OLP rimpiazzando Aḥmad Shukayrī, che era stato proposto dalla Lega Araba. ʿArafāt diviene due anni dopo comandante in capo delle Forze rivoluzionarie palestinesi e due anni dopo ancora responsabile del Dipartimento Politico dell'OLP.
Nello stesso periodo le tensioni tra il governo di Giordania ed i palestinesi iniziano ad aumentare. Elementi della resistenza palestinese in armi (i cosiddetti fidāʾyyīn) creano uno "Stato nello Stato" all'interno della Giordania (controllando anche numerose zone strategiche tra cui la raffineria di al-Zarqāʾ) finendo per costituire un pericolo per la sovranità dello Stato hashemita.
A capo dell'ALP [modifica]
Lo scontro diventa aperto nel giugno del 1970. Vari governi arabi tentano di mediare una soluzione pacifica ma a settembre, le ripetute operazioni dei fidāʾyyīn, tra cui il dirottamento e la distruzione di tre aerei di linea, fanno propendere il governo giordano per una azione di forza mirante a riprendere il controllo del territorio. Il 16 settembre, Re Ḥusayn di Giordania dichiara la legge marziale e lo stesso giorno ʿArafāt diviene comandante supremo dell'ALP (Armata per la Liberazione della Palestina), forza armata regolare dell'OLP, strutturata su 3 brigate addestrate sul suo territorio dalla Siria.
"Settembre nero" [modifica]
Nella guerra civile che ne segue, L'OLP ha il sostegno di Damasco che invia in territorio giordano una forza di circa 200 carri armati. Gli scontri avvengono principalmente tra forze giordane e l'ALP, sebbene gli USA dislochino la VI Flotta nel Mediterraneo orientale e Israele metta a disposizione della Giordania alcuni reparti militari.
Il 24 settembre l'esercito giordano riesce a prevalere e l'ALP è costretta a chiedere una serie di cessate il fuoco. Durante le azioni militari l'esercito giordano attacca anche i campi-profughi dove i civili palestinesi si sono rifugiati dopo la Guerra dei sei giorni: le vittime sono migliaia. Questo massacro viene ricordato dai palestinesi come "il Settembre Nero".
In seguito alla sconfitta, l'OLP si sposta dalla Giordania al Libano. Grazie alla debolezza del governo centrale libanese, l'OLP poté operare in uno stato virtualmente indipendente (chiamato infatti da Israele Terra di al-Fatḥ). L'OLP inizia ad usare il territorio libanese per lanciare attacchi di artiglieria contro Israele e come base per le infiltrazioni di guerriglieri. A queste azioni corrispondono attacchi di ritorsione israeliana in Libano.
Nel settembre 1972 il gruppo "Settembre Nero" (che fu accusata di aver goduto della copertura di al-Fatḥ) rapisce ed uccide undici atleti israeliani durante i Giochi olimpici di Monaco di Baviera.
Due anni dopo, nel 1974, ʿArafāt ordina all'OLP di sospendere qualsiasi azione militare al di fuori di Israele, della Cisgiordania - in inglese "Sponda Occidentale" o "West Bank" - (la riva ovest del Giordano, o Cisgiordania) e della striscia di Gaza. Nello stesso anno il leader palestinese diviene il primo rappresentante di un'organizzazione non governativa a parlare ad una sessione generale delle Nazioni Unite.
Intanto continuavano a ripetersi, da alcune parti, le accuse verso ʿArafāt di una dissociazione solo di facciata dal terrorismo. Sta di fatto che il movimento al-Fatḥ continuò a lanciare attacchi contro obiettivi israeliani. Gli anni settanta furono caratterizzati in Vicino Oriente dalla comparsa di numerosi gruppi palestinesi estremisti pronti a compiere attacchi sia in Israele che altrove. Israele dichiarò che dietro tutti questi gruppi vi era ʿArafāt il quale però smentì sempre tali ipotesi.
Sta di fatto che nel 1974 i capi di Stato arabi riconoscono l'OLP come unica rappresentante legittima di tutti i palestinesi. Due anni dopo la stessa OLP viene ammessa come membro a pieno titolo nella Lega Araba.
Sabra e Shatila [modifica]
In Libano, intanto, la situazione degenera in una vera e propria guerra civile tra la componente cristiano maronita e quella musulmana appoggiata dall'OLP. I cristiani maroniti accusano ʿArafāt e l'OLP di essere responsabili della morte di decine di migliaia di membri del loro popolo. Israele si allea con i cristiano-maroniti, mettendo in atto due azioni di invasione del Libano: la prima (nel 1978), chiamata Operazione Litani porterà una stretta striscia di terra (detta fascia di sicurezza) ad essere conquistata ed annessa con l'aiuto delle IDF e del cosiddetto Esercito del Sud-Libano (longa manus di Israele); la seconda (nel 1982), detta Pace in Galilea (Prima guerra israelo-libanese, vedrà Israele occupare la maggior parte del sud del Libano per ritirarsi poi, tre anni dopo, nella fascia di sicurezza.


Una conferenza stampa di Yāsser ʿArafāt a Copenhagen
È durante questa seconda invasione che alcune migliaia di civili palestinesi vengono massacrati nei campi profughi di Sabra e Shatila dai falangisti cristiano-maroniti che avevano ottenuto il permesso israeliano di attaccare i campi. Tali azioni determinano una reazione internazionale con l'invio di una forza armata internazionale di interposizione (forza alla quale partecipano anche unità italiane). L'allora ministro della difesa israeliano Ariel Sharon venne ritenuto l'indiretto responsabile dei massacri dal Tribunale Supremo israeliano e costretto a lasciare la sua carica per assumerne comunque una minore.
Proclamazione della nascita dello Stato di Palestina in esilio [modifica]
Nel settembre 1982, durante l'invasione israeliana, gli USA ottengono una tregua in virtù della quale ʿArafāt e l'OLP possono lasciare il Libano per trasferirsi in Tunisia. La nazione nordafricana rimarrà il centro delle operazioni palestinesi sino al 1993.
Negli anni ottanta ʿArafāt riceve assistenza da Ṣaddām Ḥusayn, allora presidente-dittatore dell'Iraq: assistenza che gli permette di riorganizzare il gruppo dirigente dell'OLP fortemente ridottosi dopo la guerra civile libanese. La nuova struttura dirigenziale viene utilizzata durante la Prima Intifada, iniziata nel dicembre 1987.
Nel luglio del 1983 il magistrato veneziano Gabriele Ferrari, nell'ambito del processo alla "Colonna veneta" delle Br emise un ordine di cattura per ʿArafāt per avere fornito un ingente quantitativo di armi, munizioni ed esplosivo consegnato in Libano ed introdotto nel settembre del 1979 a Venezia. L'inchiesta non approderà ad alcun fatto dimostrabile ai fini processuali.
Il 5 novembre 1988 l'OLP proclama la creazione dello Stato della Palestina - sia pure con un governo palestinese in esilio - nei termini della Risoluzione n. 181 dell'ONU. Il 13 dicembre 1988, ʿArafāt dichiara di accettare la Risoluzione n. 242 promettendo il futuro riconoscimento dello Stato di Israele e la rinuncia al terrorismo.
Il 2 aprile 1989 ʿArafāt è eletto dal Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale Palestinese (sorta di parlamento da cui dipende anche l'OLP) presidente dello stato Palestinese. Il 13 dicembre dello stesso anno il governo USA propone la formazione di due separate entità statali: Israele, entro i confini fissati precedentemente al 1967 (Guerra dei sei giorni), e Palestina, composta da Cisgiordania e Striscia di Gaza.
La guerra del Golfo del 1991 [modifica]
Questo evento mette in moto un processo politico di grande importanza. Nel 1991 nella Conferenza di Madrid, Israele apre per la prima volta negoziati diretti con l'OLP. Nello stesso anno, con l'esplosione della Guerra del Golfo, le relazioni con Ṣaddām Ḥusayn diventano il maggior problema di ʿArafāt. L'OLP e la Giordania di re Ḥusayn rimarranno tuttavia i soli stati arabi a schierarsi dalla parte dell'Iraq subendo quindi il boicottaggio degli USA che cercano di bloccare le trattative tra palestinesi e israeliani.
L'Autorità palestinese [modifica]


Yāsser ʿArafāt con Yitzhak Rabin e Bill Clinton il 13 settembre, 1993
Nel 1993 vengono raggiunti gli Accordi di Oslo che prevedono l'autogoverno per i palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza entro cinque anni. L'anno seguente ʿArafāt, insieme a Shimon Peres ed a Yitzhak Rabin, viene insignito del premio Nobel per la pace. Nel 1994 si trasferiscono nell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) le prerogative dell'entità provvisoria prevista dagli Accordi di Oslo.
Il 20 gennaio 1996 ʿArafāt viene eletto presidente dell'Autorità provvisoria con una maggioranza dell'87% rispetto all'altro candidato, Samiba Khalil. Osservatori internazionali indipendenti confermano il corretto svolgimento delle elezioni ma da alcune parti viene fatto notare che, stante la rinuncia al voto da parte di alcune forze di opposizione alla linea di ʿArafāt, il suffragio non può considerarsi avvenuto nella completa democraticità. Nuove elezioni, annunciate per il 2002, sono state posposte a causa della situazione interna tale da non permettere, a causa delle restrizioni imposte con la forza da Israele, il libero movimento nei Territori e quindi lo svolgimento di una campagna elettorale.
A partire dal 1996, ad ogni buon conto, ʿArafāt, quale leader dell'Autorità palestinese, viene chiamato con la parola araba raʾīs (Presidente, ma anche semplicemente "Capo", dalla radice araba che significa "testa", "vetta", "cima"). Per Israele, che non riconosce l'esistenza di uno Stato palestinese, significa semplicemente "portavoce", mentre nei documenti palestinesi in lingua inglese viene correttamente tradotta come "presidente".
Gli USA seguono la prassi israeliana mentre le Nazioni Unite quella palestinese. Nello stesso anno 1996, a seguito del ripetersi di attacchi suicidi portati a termine da elementi estremisti palestinesi (attacchi che causano numerose vittime in Israele), le relazioni tra Autorità Nazionale Palestinese e Israele peggiorano nettamente e il nuovo Primo Ministro Benjamin Netanyahu blocca la transizione alla formazione dello Stato Palestinese prevista dagli Accordi di Oslo.
Nel 1998 il presidente statunitense Bill Clinton cerca di ricucire i rapporti tra i due leader vicino-orientali. Il risultato dei suoi sforzi è il memorandum del 23 ottobre 1998 che specifica i passi per il completamento del processo di pace.
ʿArafāt continua i negoziati con il successore di Netanyahu, Ehud Barak. Questi, sia perché proveniente dal Partito laburista (mentre il suo predecessore proviene dalle file del partito di destra Likud) sia in seguito alle pressioni del presidente Clinton, offre ad ʿArafāt uno Stato palestinese nella Cisgiordania e nella Striscia di Gaza con capitale Gerusalemme est, il ritorno di un limitato numero di profughi ed un indennizzo per gli altri. Con una mossa estremamente criticata, ʿArafāt rifiuta l'offerta di Barak senza peraltro presentare delle controproposte.
Nel dicembre 2000, ad una visita di Ariel Sharon alla spianata della Moschea al-Aqsa - considerata provocatoria dagli osservatori internazionali - lo scontro tra israeliani e palestinesi si riaccende con rinnovata violenza in quella che prende il nome di Seconda intifada palestinese.
Vita privata [modifica]

Matrimonio [modifica]
Nel 1990 si sono svolte le nozze tra ʿArafāt e Suhā Ṭawīl nata nel 1963, una palestinese di religione cristiana-ortodossa, che allora lavorava per la sede tunisina dell'OLP. Dalla loro unione è nata il 24 luglio 1995 la figlia Zahwa. Il ruolo ricoperto dalla donna nelle vicende palestinesi e il suo soggiorno a Parigi negli ultimi anni hanno sollevato diverse polemiche. Polemiche che si sono puntualmente ripresentate in occasione della morte di ʿArafāt.

Belle canzoni


domenica 7 febbraio 2010

venerdì 5 febbraio 2010

Un salto nel voto

un giorno Alessandro Barsacchi, Paolo Venturini e Andrea Gori decisero di fare una pazzia. artirono in macchina e dopo 30 km arrivarono a Biella sul ponte piu' alto d' Itlia (152 m) e si buttarono disotto legati ad un elastico .
I tre matti rimasroscioccati per una settimana intera ...

Traffico di bambini

In questi gioni stavo guardando in TV quello che sta succedendo ad Haiti ed ho subito pensato ai bambini che vivino sotto le fogne di Bucarest di cui vi ho gia parlato e che secondo me sono spariti ed entrati sul mercato degli organi.

Ad Haiti che fanno questi schifosi !!!???:
dieci cittadini americani - cinque uomini e cinque donne - sono stati fermati dalle autorità a poca distanza dal confine con la Repubblica Dominicana con l’accusa di volere «rubare» dall’isola caraibica, sconvolta dal terremoto, una trentina di bambini di età compresa tra i due mesi e i 12 anni.

Laura Sillsby, una delle donne arrestate, che dice di essere originaria dell’Idaho e di essere la leader di un gruppo umanitario denominato New Life Children’s Refuge, ha negato le accuse: «Eravamo stati autorizzati dal governo della Repubblica Dominicana a portare i bambini in un nostro orfanotrofio in quel Paese». Secondo quanto riferito dalle autorità haitiane, però, i dieci non avrebbero avuto alcun documento per provare che i bambini rientrano in adozioni regolari: «Qui non siamo di fronte a un’adozione, qui siamo di fronte a un furto», ha dichiarato uno dei funzionari haitiani.

Il destino dei bambini: C’è chi li vende come schiavi e chi li violenta. Caschi blu compresi. Sono 300mila le vittime di trafficanti di minori e pedofili. E chi deve difenderli ne abusa
Ora brevemente che cosa mi fa incazzare di piu’ : che tutti sanno che i bambini vengono “rubati” anche per il traffico degli organi, vengono affettati come dei maiali e venduti a pezzetti !!!!! Ma nessuno ne parla mai o perlomeno pochissimo. Come mai???!!!

martedì 2 febbraio 2010